Sta per festeggiare i suoi primi ottant’anni Bruno Vespa sessanta dei quali trascorsi vissuti nei corridoi e negli studi televisivi della Rai
Il suo nome fa rima con la Rai, visto che ci lavora dal lontano 1962. La sua fedeltà al servizio pubblico è certificata da una presenza continua e consecutiva sui canali della tv di Viale Mazzini. Tutto questo e anche di più è Bruno Vespa, la quinta colonna della TV di Stato.
Uno dei pochissimi che non ha mai avuto la tentazione di passare alla concorrenza: “La Rai è casa mia, la mia unica grande famiglia lavorativa. Come avrei potuto tradirla?“, ha dichiarato in più di un’occasione il giornalista abruzzese.
Incrollabile la sua appartenenza a Rai Uno, che non ha mai abbandonato neanche nei momenti più difficili. Inviato, conduttore e direttore del TG1, rimane impressa nella memoria collettiva la diretta con cui annunciò. commosso e sconvolto, il rapimento di Aldo Moro il 16 marzo del 1978.
Il grande successo però è arrivato solo alla fine degli anni novanta grazie al suo ormai storico e iconico talk show, “Porta a Porta”, un salotto dedicato ai problemi della politica sia italiana che internazionale.
Nel corso di un’intervista concessa ai microfoni del Corriere della Sera, Vespa ha rilasciato alcune dichiarazioni che hanno lasciato tutti senza parole. Il giornalista abruzzese ha infatti svelato un retroscena rimasto finora inedito e che farà discutere.
Una vicenda rimasta segreta che soltanto adesso il conduttore ha deciso di rendere pubblico: “Un po’ di tempo fa hanno cercato di ridimensionarmi e tentato di chiudere Porta a Porta. Il motivo? Credo legato alla politica. Per fortuna non è poi accaduto”.
Il tentativo di eliminare lo storico talk show non è andato a buon fine ed ora Bruno Vespa punta ad andare avanti ancora un po’ di tempo: l’obiettivo del giornalista è raggiungere quota 30, vale a dire trent’anni consecutivi di messa in onda di Porta Porta.
Sempre nella stessa intervista, l’ottantenne conduttore ha smentito per l’ennesima volta la voce che per anni lo ha accompagnato: si diceva di lui che fosse figlio illegittimo di Benito Mussolini. “So con assoluta certezza che mio padre non è lui“.